Paolo Veronese (Paolo Caliari, Verona 1528 - Venezia 1588)



Villa Barbaro (1561)
Affresco
Maser (Treviso)

La decorazione pittorica di Veronese riguarda il corpo centrale della villa palladiana ed è incentrata su una tematica allegorico-mitologica forse concepita da Daniele Barbaro, il committente dell'opera insieme al fratello Marcantonio, erudito umanista e studioso di architettura (tradusse e commentò il De Architectura di Vitruvio che pubblicò nel 1556 con le illustrazioni realizzate da Palladio). In questi ambienti Veronese dialoga con l'architettura di Palladio attraverso una ricca raffigurazione di elementi architettonici resi a trompe l'oeil che paiono amplificare in chiave colta ed eclettica il classicismo architettonico di Palladio. Taluni studiosi tendono a spiegare quest'ultimo aspetto anche con un viaggio a Roma di poco precedente compiuto dall'artista al seguito del cardinale Grimani. Da ultimo va notato che non fu di certo indifferente che Daniele Barbaro fosse stato anche l'autore del noto trattato La pratica della prospettiva edito nel 1569.

Sala a crociera

È il vestibolo della villa che presenta sulle pareti i motivi decorativi che caratterizzano anche tutti gli altri ambienti, con un finto loggiato aperto su un paesaggio idealizzato disseminato di rovine antiche e figure allegoriche inserite entro nicchie, qui raffiguranti delle suonatrici di diversi strumenti musicali. Altro motivo ricorrente sarà quello delle finte porte create per armonizzare e "moltiplicare" lo spazio architettonico, da cui si affacciano personaggi diversi. Particolare decorativo caratteristico invece di questo ambiente è quello costituito dalle armi ad asta appoggiate su alcuni stretti vani delle pareti che, insieme al precedente motivo, aumenta l'illusione di uno spazio abitato.

Stanza di Bacco

Guardando la pianura è la stanza a destra della crociera e prende il nome dalla raffigurazione al centro del soffitto che vede la scena con Bacco che svela agli uomini il mistero del vino. Lungo le pareti maggiori compaiono, nella parte superiore, Plutone e Cerere, sopra il camino e Adone o Apollo venere e Amore, sopra la porta. Nella parete a nord è uno dei paesaggi più noti dell'intero ciclo in cui si vede un viale alberato percorso da dame in carrozza inquadrato entro due finti intercolumni. Nella parete ovest, collocato di fronte alla porta, il grande camino dello scultore Alessandro Vittoria con l'iscrizione "IGNEM IN SINV / NE ABSCONDAS ".

Stanza dell'Amore coniugale

Dalla parte opposta rispetto alla stanza precedente, presenta lo stesso impianto decorativo. Nella parte centrale del soffitto sei figure maschili e femminili che discutono tra loro divise in due gruppi. Sopra la porta sono raffigurate le personificazioni dell'Abbondanza e dell'Amore materno mentre sopra il camino l'Armonia con tre suonatrici. Tra due finestre lungo la parete est il camino con la scritta "IGNEM GLADIO / NE FERIAS".

Sala dell'Olimpo

Anche questa sala, come le precedenti, prende il nome dal soggetto raffigurato nella volta del soffitto che si prolunga illusionisticamente verso l'alto attraverso una balaustra che percorre il perimetro della stanza al di sopra delle pareti. Al centro vi compaiono gli dei dell'Olimpo e, contrapporsi sui quattro lati, le allegorie dell'estate e dell'autunno e delle figure che si affacciano dalla balaustra. Queste ultime raffigurano da un lato una nobildonna con la nutrice, uno dei particolari più noti dell'intero ciclo, e un fanciullo e dall'altro due giovani adolescenti. I personaggi sono stati identificati con membri della famiglia Barbaro, segnatamente la moglie di Marcantonio, Giustina Giustiniani con la serva e dall'altro i due figli maggiori Francesco e Almorò che all'epoca dell'esecuzione del ciclo ad affresco avevano rispettivamente quindici e tredici anni. Lungo le pareti ritroviamo il motivo del finto loggiato aperto verso l'esterno alternato a figure allegoriche entro nicchie.

Stanza del cane

Attigua alla sala dell'Olimpo, a destra di chi guarda la pianura, presenta al centro del soffitto a botte la raffigurazione della Fortezza che carpisce la cornucopia all'Abbondanza mentre sono osservate dall'Invidia. Si tratta forse di un'allusione alla caducità dei beni materiali. Lungo i cornicioni che delimitano la volta, su opposti lati, si osservano due coppie di figure che rappresentano rispettivamente una donna nuda che incorona un vecchio, forse la Verità che incorona il Merito, e il Tempo e la Storia. La parete di fondo a sud è decorata fingendo una struttura curva, al di sopra della quale, entro una conchiglia, compare la raffigurazione di una Sacra Famiglia con San Giovannino e Santa Caterina d'Alessandria.

Stanza della lucerna

Speculare alla stanza precedente presenta la medesima organizzazione decorativa. Al centro del soffitto le raffigurazioni allegoriche della Fede e della Carità mentre in corrispondenza dell'innesto della volta a botte, sulle trabeazioni dipinte, la Forza (rappresentata da Ercole) che si appoggia alla Prudenza, sopra la porta, e dal lato opposto una figura maschile simboleggiante la Virtù che frena la Passione. Nella lunetta della parete di fondo un altro gruppo sacro, la cosiddetta Madonna della pappa per la figura di San Giuseppe raffigurata nell'atto di porgere una ciotola con del cibo a Maria. È stato ipotizzato che queste ultime due fossero le stanze da letto, essendo presenti in entrambe le uniche raffigurazioni di soggetto religioso, incentrate inoltre sul tema della Sacra Famiglia.